Arrivai sul posto al buio, con la luce frontale scesi lungo la scogliera per entrare nella prima spiaggia e poi passai in quella adiacente tramite il passaggio che era tutt’altro che piccolo, in quanto il livello dell’acqua era decisamente basso.
Mi posizionai sopra uno scoglio e, piazzata l’attrezzatura, iniziai ad aspettare la luce che non tardò ad arrivare. Fu un’alba strepitosa e scattai fino all’ultimo momento di luce buona. Quando ormai il sole era troppo alto per fotografare mi sedetti sullo scoglio, incantato dal panorama che avevo avanti a me. Non mi rendevo conto che il tempo stava passando velocemente, almeno fino a quando un’onda mi arrivò alle scarpe.
Rimasi sorpreso poiché il livello dell’acqua era ben sotto lo scoglio dove mi ero appostato, ma quell’acqua ai piedi mi fece ricordare i suggerimenti ricevuti da un amico. Guardai subito verso il passaggio che collegava le due spiagge ed incredibilmente vidi che era sparito, come inghiottito dal mare. Non ho mai chiuso lo zaino così velocemente come feci quella volta, e cominciai subito a correre verso il critico punto. Arrivato al passaggio quasi non potevo crederci: in poche ore l’acqua era salita ad un livello impossibile e continuava a salire; forse era suggestione, ma credevo di vederla continuare a salire sempre più. Studiai un po’ le rocce dove potevo appoggiarmi e tentai il guado con il tripode a mo’ di fedele bastone.
Fortunatamente tutto si concluse con una discreta inzuppata e riuscii a tornare alla spiaggia principale. Raccontando l’accaduto, mi hanno poi detto che in Asturia sono abbastanza frequenti i soccorsi in elicottero per estrarre persone sorprese dalla marea; logicamente questo è possibile in zone con copertura telefonica, in mancanza della quale non si può fare altro che attendere che la marea torni a calare.
Novembre 2016 – Playa de Gueirua, Spagna