Maurizio Biancarelli è fotografo naturalista professionista, collabora con le maggiori riviste del settore italiane ed estere, come National Geographic Italia, Bell’Italia, Bell’Europa, BBC Wildlife, NaturFoto, Terre Sauvage, Terra, Meridiani Montagne, In Viaggio e Qui Touring. Ha esposto in sedi prestigiose d’Europa (come l’Europarlamento di Strasburgo) e le sue foto sono state premiate nei maggiori concorsi internazionali come Veolia Wildlife Photographer of the Year, GDT European Wildlife Photographer of the Year.
Membro di giuria di concorsi come Asferico e GDT European Wildlife Photographer of the Year, ha fatto parte della squadra selezionata per il grande progetto paneuropeo Wild Wonders of Europe. Sta partecipando all’importante progetto nazionale L’Altroversante, interamente dedicato al paesaggio montuoso italiano.
L’amicizia e la collaborazione con Photonica3 si sono consolidate nel tempo attraverso workshop, conferenze e mostre fotografiche, che lo hanno visto protagonista di indubbio livello, riscuotendo grande partecipazione e vasto consenso di pubblico. Professionalità e competenza rendono Maurizio un punto di riferimento assoluto nel panorama internazionale della fotografia naturalistica.
Photonica3
Vivere l’esperienza
Tutto è nato nella mia infanzia fortunata e serena, trascorsa con i miei pari in campagna a contatto stretto di una natura generosa; erano gli ultimi anni cinquanta, un mondo ormai assai lontano, lento e tranquillo e che non lasciava certo prevedere ai nostri occhi di bambini i cambiamenti profondi che di lì a poco avrebbero stravolto per sempre il paesaggio e le abitudini di vita di tutti. Noi giocavamo nei campi, facevamo il bagno nel Chiascio, il nostro fiume, incontravamo gli animali, riconoscevamo gli uccelli dal loro canto. Lo facevamo mossi dalla semplice curiosità che le giovani menti hanno per il mondo che le circonda, in maniera del tutto spontanea. Questo interesse per la natura non è mai scemato da allora anzi, nel tempo, ha acquisito nuovi connotati, è diventato più maturo e consapevole e si è abbinato in maniera spontanea alla fotografia.
Fotografo da più di trent’anni e, sin dall’inizio, ho vissuto la fotografia come uno straordinario mezzo per elaborare, rendere visibile e condivisibile l’esperienza da me vissuta in natura. Non importa dove, possono essere gli Appennini, che rappresentano le mie radici, o i paesi del grande nord, che sono la mia passione; dovunque mi trovi cerco per prima cosa di capire le caratteristiche dell’ambiente, di riconoscerne i dettagli: qual è il tipo di vegetazione, quali gli animali, quale il clima e faccio attenzione ad ogni altra caratteristica che mi consenta di entrare meglio in contatto con quel determinato paesaggio naturale e con i suoi abitanti.
È questo un passo che ritengo indispensabile per avvicinarsi alla complessità della natura, fatta di una rete intricata di relazioni tra gli esseri viventi e l’ecosistema nel quale vivono. Riuscire a stabilire un rapporto di profonda empatia con l’ambiente che si fotografa è il vero obiettivo da perseguire e per arrivarci sono necessarie doti che non sembrano molto di moda nel mondo di oggi: umiltà, conoscenza, perseveranza, vera dedizione e rispetto di ogni forma di vita. Il cammino verso il successo è lastricato di inevitabili, talvolta ripetuti, fallimenti e solo chi è in grado di superare le conseguenti frustrazioni può raggiungere i risultati che si propone.
È questa la condizione essenziale per riuscire a produrre immagini che sappiano trasmettere un messaggio, che raccontino storie, che facciano trasparire la nostra passione e il nostro legame profondo con quello che stiamo fotografando. Per me l’esperienza in natura, oggi come ieri, rappresenta il vero obiettivo della mia ricerca, la fotografia viene dopo, e se tarda ad arrivare pazienza, l’esperienza da sola mi gratifica e mi arricchisce. Ho l’impressione, però, che troppo spesso oggi si cerchino scorciatoie, la voglia di emergere a tutti i costi in un mondo inondato di immagini e sempre più frenetico e competitivo può far perdere di vista quello che ritengo dovrebbe essere lo scopo ultimo di ogni fotografo, che cerca nella natura la sua fonte di ispirazione e che nella sua sola frequentazione dovrebbe trovare pieno appagamento.