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Roberto Verolini: (1955) insegnante di scienze naturali, vivo a Belforte del Chienti (MC), e mi interesso da anni di fotografia amatoriale. Prediligo foto naturalistiche, specialmente a colori, ritratti etc. Utilizzo una Nikon D7000 con Nikon AF 80-200mm f/2.8 D; Nikon AF 85mm f/1.8 D; Nikon AF-S DX 35mm f/1.8 G; Sigma AF 28-70mm f/2.8 D e Nikon AF DX 10-24mm f/3.5-4.5 ED.
Condivido questa passione, alla mia veneranda età… con Marco e Stefano: due personcine a modo… pur diverse da me e più giovani… con cui mi diletto confrontarmi… e da cui traggo sempre e comunque spunti di riflessione e insegnamenti! Perché la fotografia? Beh… forse per ovviare alla mia cronica incapacità di colorare le emozioni che traevo dai miei disegni; sì… ho una certa mano, seppur non allenata, per il disegno… Me lo diceva sempre la mia professoressa… Ho anche provato, anni or sono, a riprendere il pennello in mano; è stato solo uno sfizio - anche se i risultati sono stati promettenti! Ma mi sentivo troppo in ritardo… Ricordo il piacere del saper disegnare quel che mi emozionava… e la delusione che mi assaliva quando distruggevo con le più improbabili dissociazioni di colore quel che ero riuscito a tratteggiare sul foglio. Beh… con la fotografia ovvio più facilmente a questo limite e, in omaggio alla mia altra grande passione, la musica (strimpello chitarra e piano… q.b.), cerco di rievocare dalle pennellate di luce che colgo attorno a me… il blues che ho dentro, le melodie che mi emozionano, i miei turbamenti: gli occhi di lei, il suo odore, il sorriso di un bambino… l’indolenza di un paesaggio… la foglia che dondola giù… il vento in faccia durante un temporale… la neve che scende… il silenzio ovattato del crepuscolo. Mi piace cogliere e condividere emozioni, la mia ricerca attorno a me e in me: umilmente, senza enfasi. Cerco di rispecchiare ciò nelle foto. Ho la fortuna di cogliere gli arazzi di luce della natura: cerco di sottolineare, spero con garbo, quelle emozioni: «quel che ho visto, sentito, percepito; quel che ho saputo comprendere… Ma ancor più quel che ineluttabilmente trascende ogni mio tentativo di comprensione… ma che è lì…inafferrabile, ma percepibile… da evocare dunque, in silenzio… prima e dopo il clack dello specchietto che pone il sigillo sui miei scatti… e ancor più sui miei istruttivi fallimenti». Una scuola di vita. Tutto qui.
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